Nepi – Monumenti e luoghi di interesse

Un tuffo nella storia antica di Nepi si ha visitando le Catacombe di Santa Savinilla, percorribili per oltre 200 metri e interamente scavate nel tufo. Nel centro urbano si erge la Rocca dei Borgia, costruita nel tardo quattrocento da Antonio da Sangallo il Vecchio; notevole anche la Basilica Cattedrale, in origine un edificio paleocristiano poi ricostruito in stile romanico.

Molto suggestive le antiche chiese cittadine di San Pietro Apostolo, San Pietro Abate, San Biagio, San Bernardo e San Rocco.

LA ROCCA DEI BORGIA

La prima notizia della Rocca, edificata su preesistenze romane, risale al XIV secolo. Nel 1479 il card. Rodrigo Borgia affidò l’incarico di un nuovo progetto all’architetto di famiglia Antonio da Sangallo il Vecchio. Costituita da una cinta murale, torrioni, mastio e numerosi ambienti, la rocca fu residenza per un breve periodo di Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI. Al XVI secolo risalgono i lavori effettuati prima per volere del governatore Accolti e poi di Pierluigi Farnese, che commissionò l’intervento ad Antonio da Sangallo il Giovane. Tra il XVII ed il XVIII secolo il complesso abbandonato subì una lunga decadenza, culminata con l’incendio ad opera delle truppe napoleoniche nel 1798. Ristrutturato nel 2008 è oggi uno dei monumenti più rilevanti del Lazio.

IL DUOMO

Secondo la tradizione il primo nucleo della cattedrale di Nepi, costruito forse sui resti di un tempio pagano, risalirebbe al V secolo d. C., quando troviamo anche menzione di un vescovo nella città. Costruito nel XII secolo, oggi il Duomo dedicato all’Assunta, conserva ben poco dell’originale impianto romanico dopo gli interventi effettuati tra XVII e XVIII secolo e soprattutto dopo gli eventi traumatici del 1798, quando i Francesi depredarono ed incendiarono la chiesa. Le cinque navate la rendono comunque una delle più imponenti chiese della zona e la cripta, bellissima, conserva ancora tutto lo splendore delle origini. All’interno da ammirare anche il sarcofago di S. Romano di scuola berniniana ed il trittico attribuito a Paolo Romano.

PALAZZO COMUNALE DI NEPI

Il nuovo assetto urbanistico voluto dai Farnese portò anche alla realizzazione, nella nuova piazza principale della città, di un palazzo destinato all’amministrazione pubblica. I lavori iniziati intorno al 1540 furono prematuramente interrotti in seguito alla partenza del duca Pierluigi. La facciata, completata nel 1549 secondo alcuni seguendo un progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, presenta al centro del portico una bella fontana che riproduce lo stemma cittadino, realizzata dal Barigioni nel 1727 a conclusione dei lavori dell’acquedotto comunale. La torre campanaria e l’orologio sono il frutto di una serie di interventi eseguiti durante il Settecento. All’interno conserva la bellissima Sala Nobile decorata con pregevoli affreschi.

MUSEO CIVICO DI NEPI

Collocato negli ambienti adiacenti al Palazzo Comunale, il Museo Civico di Nepi, aperto al pubblico dal 1995, custodisce importanti reperti che vanno dal VI a. C. al XVI secolo d. C. Materiali provenienti dalle necropoli di età falisca che circondando l’abitato (fibule in bronzo e ferro, coltelli e materiali d’impasto) ed oggetti d’importazione etrusca ed attica, costituiscono il nucleo preromano. Frammenti marmorei, una sezione numismatica, are funerarie e votive e materiale proveniente dalla Catacomba di S. Savinilla, rappresentano il periodo romano. Infine gli oggetti rinvenuti nella Rocca dei Borgia e risalenti sia al periodo del soggiorno della duchessa Lucrezia che a quello successivo, illustrano il periodo rinascimentale.

CHIESA DI SAN BIAGIO

Insieme alla vicina Chiesa di S. Maria delle Grazie, l’antica Chiesa di S. Biagio faceva parte di un complesso benedettino femminile dipendente da S. Ciriaco in Via Lata a Roma. Oggi S. Biagio conserva ancora l’impianto originario del XII secolo a differenza di S. Maria che, sebbene coeva, è stata invece radicalmente trasformata. La Chiesa di S. Biagio ad un’unica navata con una piccola cappella aggiunta nel Cinquecento, conserva, oltre alla decorazione marmorea del portale fatta utilizzando materiali di spoglio, dei bellissimi affreschi nella zona absidale (dove viene rappresentato un trio riconoscibile in S. Lorenzo, S. Benedetto ed una figura femminile). Attraverso la scala si accede ad una piccola e suggestiva cripta a tre navatelle.

CHIESA DI S. ROCCO

Lungo Via Garibaldi si trova la Chiesa di S. Rocco. La facciata, molto rimaneggiata e parzialmente inglobata nella costruzione adiacente, nasconde una piccola chiesa secondo la leggenda edificata nel 1467 dopo la diffusione in città di una grave epidemia di peste. A quest’episodio si riconduce anche la dedica a S. Rocco, un santo francese che in Italia durante il XIV secolo si dedicò alla cura degli appestati, come ben raccontano anche gli affreschi quattrocenteschi dipinti nella piccola cappella all’interno della chiesa di impianto rettangolare. Al centro dei riquadri che narrano gli episodi della sua vita, si trova S. Rocco; ai suoi piedi, inginocchiato in preghiera, il rappresentate della comunità nepesina che lo ringrazia per la cessazione della peste.

LA VIA AMERINA

In seguito alla conquista del territorio falisco, alla metà del III secolo a. C., necessità strategiche di espansione politica e militare, spinsero i Romani alla costruzione di una nuova strada, la Via Amerina, che attraversava vari centri a partire da Vacans (la Valle del Baccano) per poi toccare Nepe (Nepi), Faleros (Faleri Novi), Castello Amerino (Orte) e giungere presso l’antica Ameria, l’odierna Amelia in Umbria. Riguardo al tracciato della Via Amerina nel territorio di Nepi esistono due ipotesi: la prima afferma che la strada sia da riconoscersi con il lastricato presso Porta Nica, lungo le mura della città; altri studiosi invece sostengono il passaggio esterno alla città della strada, nelle campagne circostanti.

LE FORTIFICAZIONI

Il circuito murario della città costruito a partire dal periodo preromano, subì le più importanti modifiche con il riassetto urbanistico voluto dalla famiglia Farnese. Per la realizzazione della nuova cinta fortificata il duca di Nepi Pierluigi Farnese si servì del più grande esperto di architettura militare del tempo, Antonio da Sangallo il Giovane che, probabilmente per l’avvenuta partenza del duca stesso, riuscì a completare solo il lato occidentale. Nonostante le modifiche effettuate negli anni, oggi l’impianto delle mura risponde al progetto del Sangallo. Sui bastioni della rocca, che l’architetto non modificò, e sulla porta Grande o Romana, disegnata dallo stesso, ancora oggi compaiono gli stemmi farnesiani.

L’ACQUEDOTTO

Attaccato al bastione progettato da Antonio da Sangallo per Pierluigi Farnese si trova l’Acquedotto civico di Nepi, che le autorità tentarono di progettare fin dal XVI secolo senza alcun risultato poiché non si trovava un modo per attraversare il Rio Falisco. La soluzione venne data all’inizio del Settecento dall’architetto Filippo Barigioni che, progettando una struttura di 36 arcate disposte su due piani, riuscì a coprire una lunghezza di 285 metri, collegando il promontorio di Nepi a quello del Gilastro e superando il corso d’acqua. A conclusione e celebrazione del grande intervento vennero costruite due grandi fontane in città, quella di S. Stefano nei pressi della rocca e quella a ridosso del Palazzo Comunale, opera dello stesso Barigioni.

LA CATACOMBA DI S. SAVINILLA

Costruita all’indomani della proclamazione dell’Editto di Costantino (313 d. C.), con la quale si sanciva la libertà di culto dei cittadini dell’Impero Romano, la Catacomba di S. Savinilla è una delle maggiori testimonianze del periodo paleocristiano a Nepi. Secondo la tradizione venne scoperta inaspettatamente nel 1540, distruggendo per motivi difensivi l’edificio che prima sorgeva dove ora si trova la Chiesa di S. Tolomeo da cui si passa per accedere all’ipogeo. Lungo le tre gallerie che costituiscono il cimitero si dispongono disposti su più livelli una serie di loculi, nicchioni ed arcosoli che in origine venivano sigillati utilizzando delle tegole su cui poi si apponeva uno strato di malta bianca ed un iscrizione che consentiva di riconoscere la sepoltura dei propri cari.

LE NECROPOLI

Le necropoli di Nepi, saccheggiate e riutilizzate sin dal periodo antico come le altre presenti nel territorio, hanno perso oggi la loro struttura originale. Le indagini archeologiche hanno portato alla luce importanti siti tra i quali i maggiori sono sicuramente la necropoli del Cerro, situata lungo i margini del tracciato viario che conduceva a Sutri; quella di S. Paolo che anche se violata ha restituito materiali interessanti oggi esposti nel Museo Civico; il sepolcreto di S. Grotte che è stato indagato recentemente ed ha portato alla scoperta di reperti di grande valore ed infine quello del Gilastro, non praticabile ma considerato il più esteso e dal quale provengono la gran parte dei materiali esposti nel museo comunale.

Sito del Comune di Nepi: http://www.comune.nepi.vt.it/

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