Tarquinia – Passato e presente si incontrano
Tarquinia
Il nome Tarquinia rimanda immediatamente agli Etruschi: la necropoli dell’antica città etrusca offre esempi eccezionali di pittura funeraria, la tomba dei Leopardi, del Cacciatore, delle Leonesse sono solo alcune delle splendide sepolture affrescate conservate.
Ma Tarquinia merita assolutamente una visita al centro storico, qui si possono ammirare il Palazzo Vitelleschi, pregevole esempio di architettura rinascimentale, e alcune notevoli chiese, quella romanico-gotica di San Pancrazio, il duomo, San Francesco e la chiesa della Madonna di Valverde fuori le Mura.
NECROPOLI ETRUSCA
In Località Monterozzi (il nome deriva dai cumuli di terra che sovrastano le tombe), si trova uno dei più grandi tesori di Tarquinia e una delle necropoli etrusche più importanti oggi scoperte, ricca di tombe a camera con decorazioni pittoriche che testimoniano l’evoluzione di questa civiltà dal VII al III secolo a. C. A dimostrazione della credenza della continuità tra la vita e la morte le immagini delle tombe ricostruiscono la vita del defunto, ritraendolo in scene di vita quotidiana (gare atletiche, battute di caccia e pesca, banchetti…). Essendo inoltre costruite per essere “case dell’aldilà” le tombe presentano molti elementi dell’architettura domestica come i soffitti trabeati, hanno un corridoio d’accesso e sono costituite, per la maggior parte, da un’unica stanza.
Tra le molteplici attualmente visitabili vanno segnalate: -la Tomba della Caccia e della Pesca (530 a. C.): gli uomini in barca stanno gettando la rete in un mare pieno di delfini. Sopra di loro vola uno stormo di uccelli variopinti. -la Tomba degli Auguri (530 a. C.): il soggetto degli affreschi sono i giochi in onore del defunto come quello crudele del Phersu, che mascherato incita un cane ad attaccare un uomo incappucciato. -la Tomba dei Leopardi (metà del V sec. a. C.): una delle più celebri immagini etrusche con tre coppie a banchetto intrattenute da danzatori e musicisti. -Tomba dell’Orco (metà del IV sec. a. C.): conserva il celebre volto della bella Velia, moglie di Arnth Velchas.. La Necropoli Etrusca di Tarquinia è in assoluto il luogo più importante della città.
IL SISTEMA DIFENSIVO E LE TORRI
Anche se la definizione di “San Giminiano dell’Alto Lazio” è stata attribuita a Tarquinia solo recentemente, la fama delle possenti mura e delle alte e numerose torri di Corneto risale al medioevo ed è riportata da grandi scrittori come il Petrarca che nel XIV secolo osservando la città scrisse: “Corneto città di torri da ammirare, cinta da mura doppie…” Quadrate e costruite in pietra calcarea per scopi difensivi, le torri insieme alle mura costruite intorno all’anno 1000 per proteggere l’abitato dalle incursioni dei barbari, donano alla città ancora oggi un aspetto unico. Da segnalare la torre più alta affianco alla Chiesa di S. Maria di Castello, la Torre di Dante che riporta i versi dell’Inferno in cui il poeta citò Corneto oppure quella del Magistrato decorata con un arco ad ogiva.
S. MARIA DI CASTELLO
La notte di Natale del 1121, accanto alla torre più alta di Tarquinia che aveva la funzione di avvistamento e di riferimento per viandanti e navi, venne posta la prima pietra della bellissima Chiesa di S. Maria di Castello, consacrata nel 1208. Il titolo “di castello” che la tradizione orale attribuisce ad un castello di Matilde di Canossa, deriva in realtà da “castrum” che in latino significa città fortificata, riferibile al primo nucleo medievale di Corneto. La facciata a coronamento orizzontale è arricchita dalla decorazione scultorea dei maestri comacini (degli importanti artisti medievali specializzati nella lavorazione dei marmi). All’interno, oltre al bellissimo pavimento musivo, si possono ammirare gli arredi sacri e la cupola ricostruita dopo il terremoto del 1819.
PALAZZO VITELLESCHI E MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Progettato da Giovanni Dalmata per il potente cardinale Giovanni Maria, Palazzo Vitelleschi venne edificato tra il 1436 ed il 1439 incorporando nella costruzione la torre dei conti Fani. La facciata, molto articolata, mostra elementi in stile gotico (come le bellissime finestre traforate) accanto a parti rinascimentali (per esempio i loggiati). Entrando attraverso il portale sormontato dallo stemma della nobile famiglia Vitelleschi, si accede al cortile con al centro il pozzo. A testimonianza del fasto e della ricchezza delle corti rinascimentali dei pontefici Alessandro VI, Giulio II e Leone X, che risiederono nel palazzo tra il 1492 ed il 1509, oggi rimangono degli importanti cicli di affreschi come quelli presenti nella cappella e nella sala attigua (anticappella).
Nel 1924 Palazzo Vitelleschi è divenuto proprietà comunale ed oggi è sede di uno dei più importanti musei etruschi esistenti al mondo: il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia. Superata l’interessante esposizione di sarcofagi presenti nel cortile, si accede all’edificio che propone un percorso che si articola su tre piani. Tra i reperti che vanno dal periodo villanoviano fino a quello romano si possono ammirare vasi etruschi, attici, buccheri, sarcofagi, elementi del corredo, il famoso rilievo con i Cavalli Alati ritrovato presso l’Ara della Regina e gli affreschi distaccati per motivi di conservazione rispettivamente dalla Tomba delle Bighe, del Triclinio, delle Olimpiadi e della Nave, presenti nella Necropoli di Monterozzi.
PALAZZO DEL COMUNE
Costruito durante il XIII secolo in stile romanico, il Palazzo del Comune di Tarquinia, costituito da due corpi di fabbrica, venne modificato ed ampliato negli anni. Fin dal XV secolo i due palazzi attigui vengono indicati come sede rispettivamente del Podestà (la più alta carica civile nel governo di una città medievale) e dei Priori (il consiglio di uomini che aiutavano il Podestà nell’amministrazione). La grande scalinata sulla facciata venne costruita dopo la loggia, dalla quale si rendevano note le decisioni più importanti. L’alta torre civica presenta alla base un rilievo marmoreo con lo stemma della cittadina. All’interno gli affreschi realizzati tra il XVI ed il XVII secolo nella grande sala, raccontano i fatti salienti della storia di Corneto.
DUOMO
Tra edifici e torri del XII-XIII secolo come quella detta dell’Episcopio perché appartenente alla primitiva sede vescovile, si trova il Duomo di Tarquinia conosciuto anche come Chiesa di S. Maria e Margherita. L’antico edificio venne in gran parte ricostruito nel 1759 dopo un disastroso incendio propagatosi nel 1643. Nel 1875 la struttura venne ulteriormente ampliata e restaurata. Fortunatamente l’incendio non toccò la Cappella maggiore che ancora oggi conserva i pregevoli affreschi del pittore viterbese Antonio del Massaro detto il Pastura (nato nel 1450) e la lapide marmorea del cardinale Vitelleschi. Staccato dall’elegante facciata tripartita si trova il campanile alto 35 metri appartenente all’originario impianto della cattedrale.
CHIESA DI S. GIACOMO
In posizione scenografica sulla Valle del Marta, in una zona densamente abitata durante il periodo medievale, la Chiesa di S. Giacomo è uno dei monumenti più interessanti e complessi del Lazio per i suoi evidenti legami con l’arte araba, normanna e toscana derivanti dai frequenti contatti commerciali e culturali stabiliti tra le città marinare come Corneto durante il medioevo. Probabilmente anche se oggi non ne rimane traccia la chiesa doveva essere parte di un complesso monastico. Mentre l’interno con la bella cupola ellittica è rimasto integro, la facciata venne rifatta nel Settecento in stile neoclassico durante i lavori di realizzazione di un piccolo cimitero. La costruzione originale si fa risalire al XII secolo. È di sicuro uno dei punti di maggiore interesse di Tarquinia
CHIESA DI S. PANCRAZIO
Sede nel medioevo dei più importanti avvenimenti e delle cerimonie ufficiali del comune di Corneto la Chiesa di S. Pancrazio, costruita tra XII e XIII secolo, è nota anche perché secondo quanto tramandato da alcune cronache, il 21 novembre del 1204 fu la sede dell’incoronazione di Re Pietro d’Aragona, sbarcato a Corneto con la sua flotta. L’edificio costruito in più fasi presenta elementi in stile romanico accanto ad altri in stile gotico. L’interno, in origine ad aula unica, oggi è diviso in tre navate. Il pavimento segnala inoltre un ulteriore divisione tra i fedeli ed il clero che occupava la zona più vicina all’altare. L’esterno presenta una decorazione scultorea molto elaborata ed il campanile decorato nella parte superiore con finestre bifore.
Sito del Comune di Tarquinia: http://www.comune.tarquinia.vt.it/